Tag: prima casa

  • Novità per i mutui casa

    Novità per i mutui casa

    Ripristinata tramite la manovra di Bilancio 2023 la possibilità di passare dal mutuo a tasso variabile a quello a tasso fisso, senza dover cambiare banca.

    Il governo ha rispolverato una norma approvata nel 2012 e rimasta in vigore soltanto per un anno.

    Cosa posso fare con il mio mutuo nel 2023?

    I requisiti necessari per passare da tasso variabile a tasso fisso

    Ora le banche dovranno provvedere alla rinegoziazione del mutuo

    Per diminuire la rata si può anche allungare l’ammortamento del mutuo

    Facciamo un esempio pratico

    Le alternative: rinegoziazione, surroga o sostituzione?

    Come scegliere la strada migliore per le proprie esigenze?

    Novità per i mutui casa

    Novità per i mutui casa: chi ne avrà esigenza, potrà decidere di richiedere il passaggio da mutuo a tasso variabile a mutuo a tasso fisso. In questo modo è possibile mettersi al riparo dall’innalzamento dei tassi. Gli istituti di credito, in presenza di determinati requisiti, non potranno che accettare.

    Tra i provvedimenti inclusi nella legge di Bilancio 2023, infatti, c’è il ripristino di una disposizione di legge varata nel 2012, che offriva questa possibilità. Per dare sostegno alle famiglie, visto il periodo di forte incremento dei tassi di interesse, il nuovo governo ha quindi deciso di rendere più semplice rinegoziare i mutui per l’acquisto della casa. Passando quindi al tasso fisso, non suscettibile di aumenti una volta fissato.

    Cosa posso fare con il mio mutuo nel 2023?

    Ecco quindi le novità per i mutui casa!

    Come ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in occasione della conferenza stampa di presentazione della legge di Bilancio 2023 «viene ripristinata una vecchia norma del 2012 che permette per i contratti dei mutui ipotecari di tornare dal tasso variabile al tasso fisso».

    Nello specifico si fa riferimento all’art. 8 comma 6 della legge 106 del 2011 (conversione del dl 70/2011) in vigore fino al 31 dicembre 2012 e ora reintrodotto. Occorre, tuttavia, rispettare alcuni parametri.

    I requisiti necessari per passare da tasso variabile a tasso fisso

    I requisiti richiesti per accedere all’agevolazione sono tre:

    1. Un valore ISEE non superiore a 35.000 euro.
    2. Un importo del mutuo fino a 200.000 euro
    3. Il pagamento regolare delle rate fino al momento della richiesta di passaggio dal variabile al fisso.

    Circa le modalità operative precise per accedere all’agevolazione mancano ancora i dettagli. È molto probabile che verranno siglati a breve, accordi tra il MEF e l’ABI per definire la procedura che sarà quindi adottata da tutte le banche.

    Ora le banche dovranno provvedere alla rinegoziazione del mutuo

    Se fino a qualche tempo fa il mutuo a tasso variabile era più conveniente, con l’aumento dei tassi stabilito dalla BCE molti sono diventanti più onerosi. Da qui l’intendimento dell’esecutivo di agevolare le procedure di rinegoziazione del mutuo. In sostanza, la manovra non apporta novità alla rinegoziazione, istituto già previsto dal nostro ordinamento. Tuttavia fissa dei requisiti specifici in presenza dei quali non sarà possibile per la banca mutuante rifiutare la richiesta di rinegoziazione del finanziamento.

    Per diminuire la rata si può anche allungare l’ammortamento del mutuo

    Un’alternativa percorribile, può essere quella di allungare l’ammortamento del mutuo, per poter abbassare l’incidenza delle rate nel bilancio familiare. La norma, che è entrata in vigore il 1° gennaio, consente di estendere fino a 5 anni il mutuo, a patto che con l’aumento della durata il mutuo non diventi superiore a 25 anni.

    Facciamo un esempio pratico*

    Prendiamo in considerazione un mutuo a tasso variabile stipulato nel 2018, con un residuo di 150.000 euro, una durata residua di 20 anni, e un tasso pari a Euribor 3 mesi oltre lo spread della banca all’1,5%. Oggi il tasso variabile è di 3,77%, quindi la sua rata sarebbe di 890,89 euro. Rinegoziando a tasso fisso, prendendo come indicatore la media dei tassi fissi oggi proposti dalle banche, l’importo potrebbe passare a 908,97 euro. Ovviamente ad una prima lettura, il dato apparrebbe meno vantaggioso, ma il beneficio va individuato nel fatto che la rata sarebbe sempre costante fino alla fine del mutuo, mentre i tassi sono previsti in ulteriore crescita.

    Secondo un’analisi condotta da FABI, il principale sindacato dei bancari italiani, la crescita del costo del denaro in conseguenza dei ritocchi operati dalla BCE potrebbero causare un rincaro sui tassi dei mutui fino al 6%.

    Questo rende di stretta attualità l’opportunità di un cambio delle condizioni del mutuo: se poi in futuro i tassi dovessero tornare a scendere, si potrebbe comunque operare una nuova surroga o una rinegoziazione con l’istituto di credito.

    Le alternative: rinegoziazione, surroga o sostituzione?

    Rimangono percorribili, anche altre strade, finora già presenti. Si tratta della surroga, della rinegoziazione, oppure della sostituzione del mutuo.

    Con la surroga, è possibile cambiare le condizioni del contratto ed anche la banca con cui è stato stipulato il mutuo: infatti, il contratto viene trasferito in un altro istituto, che può offrire condizioni migliorative, a parità di importo di mutuo. Il vantaggio è che la banca con cui è stato precedentemente contratto il mutuo non può opporsi all’operazione e la nuova banca si assume i costi dell’operazione.

    Una seconda strada è la rinegoziazione del mutuo, anch’essa gratuita, senza limiti di importo e ripetibile un numero illimitato di volte. In questo caso non si cambia istituto, ma solo le condizioni applicate. La differenza rispetto alla surroga è che l’operazione è soggetta all’approvazione della banca: il cliente è libero di farne richiesta, ma non è detto che venga accettata e comunque le nuove condizioni eventualmente pattuite sono frutto, appunto, di negoziazione tra le parti.

    Infine, è possibile sostituire il mutuo: di fatto il contratto di finanziamento viene riscritto completamente (importo finanziato, durata, tasso, ecc.), ma c’è da mettere in conto il costo dell’atto notarile, che è a carico del cliente e al quale si aggiungono oneri di istruttoria, perizia e assicurazione.

    Come scegliere la strada migliore per le proprie esigenze?

    La strada migliore da percorrere va ponderata rispetto al momento economico in cui ci si trova a dover valutare queste opzioni. La surroga ad esempio, potrebbe essere più conveniente in una fase in cui i tassi sono molto favorevoli e quindi le banche tendono ad offrire condizioni molto competitive. Viceversa, la rinegoziazione da tasso variabile a tasso fisso può risultare vantaggiosa in un momento come quello attuale in cui i tassi sono particolarmente elevati.

    Tuttavia va posta la massima attenzione nel valutare bene la convenienza oggi di un passaggio a tasso fisso, in considerazione del principio che così come i tassi salgono, interventi di politica monetaria potrebbero portare ad un loro abbassamento.

    I nostri consulenti sono a vostra completa disposizione per approfondire gli argomenti qui trattati e per assistervi nel trovare la migliore soluzione. Contattaci per fissare il tuo appuntamento gratuito e senza impegno.

  • Riparte la Garanzia Consap: Nuove regole per i Mutui Giovani

    Riparte la Garanzia Consap: Nuove regole per i Mutui Giovani

    Mutuo giovani under 36, ripartono le domande di accesso alla garanzia Consap dell’80 per cento dal 1° al 31 dicembre 2022. La conferma nella legge di conversione del Decreto Aiuti ter, che adegua la norma dei tassi di interesse calmierati.

    Riparte la garanzia Consap per i mutui acquisto della prima casa. Infatti, come conseguenza all’aumento dei tassi di interesse, il mercato aveva subito un repentino rallentamento nelle ultime settimane.

    Il provvedimento che consente la ripartenza delle domande è all’interno della legge di conversione del decreto Aiuti ter. La legge ha ultimato il suo iter parlamentare con l’approvazione da parte del Senato lo scorso 16 novembre 2022.

    In virtù dell’attuale scenario economico, la norma adegua il meccanismo di applicazione dei tassi di interesse per i mutui contratti dai richiedenti under 36.

    Per le domande presentate dal 1° dicembre al 31 dicembre 2022, l’accesso alla garanzia Consap fino all’80 per cento della quota capitale potrà essere riconosciuto anche in caso di TEG (tasso effettivo globale) superiore al TEGM (tasso effettivo globale medio) pubblicato dal MEF.

    Una modifica tecnica che contribuirà ad agevolare l’accesso al mutuo per i giovani under 36 e per le categorie “prioritarie”, tra cui giovani coppie e nuclei familiari monogenitoriali con figli minori ed ISEE fino a 40.000 euro.

    Grazie a questa deroga rispetto alle procedure ordinarie, che prevedono l’applicazione di un tasso calmierato ai mutui contratti accedendo alla garanzia Consap, fino al 31 dicembre 2022 sarà garantito l’accesso al regime speciale dell’80 per cento anche in caso di aumento del TEGM rispetto ai parametri individuati dal MEF.

    Riparte la garanzia Consap!

    Se sei in cerca di un mutuo non aspettare oltre! Contattaci per il tuo appuntamento gratuito e senza impegno! Un nostro consulente sarà a completa disposizione per aiutarti a realizzare il tuo sogno di acquistare una casa!

  • Agevolazioni Mutui Under 36

    Agevolazioni Mutui Under 36

    Le agevolazioni previste per gli under 36 per l’acquisto della prima casa, sono prorogate tramite la legge di Bilancio. Saranno quindi valide per tutto il 2023. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di presentazione della manovra.

    Mutui più accessibili per i giovani, quindi, anche per l’anno prossimo. Le ultime spiegazioni circa le agevolazioni fiscali le ha pubblicate l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 12 del 14 ottobre 2021.

    In linea generale, il bonus è riservato ai giovani under 36, con Isee inferiore a 40 mila euro, che acquistano l’abitazione primaria entro 31 dicembre 2022. Con la proroga anticipata dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 22 novembre, l’agevolazione sarà prorogata fino al 31 dicembre 2023. Per ora non ci sono informazioni circa nuovi requisiti o variazioni nel funzionamento delle agevolazioni. Vediamo ora nei dettagli quali sono i requisiti richiesti.

    Mutuo prima casa under 36: i requisiti dell’età e Isee

    Il primo requisito per beneficiare del bonus prima casa, riguarda l’età dei richiedenti. La circolare 12 spiega cosa intenda il legislatore con “under 36”: l’accesso all’agevolazione è garantito a coloro che non abbiano compiuto i 36 anni di età nell’anno solare di stipula dell’atto di mutuo. Volendo fare un esempio pratico, se Andrea ha intenzione di acquistare casa nel mese di novembre 2021 e compirà 36 anni a dicembre 2021, non avrà diritto alle agevolazioni. Se, invece, Andrea comprerà casa a novembre 2021, ma compirà 36 anni a gennaio 2022, allora potrà beneficiare del bonus prima casa previsto dal decreto Sostegni bis.

    Il secondo requisito è quello Isee, che non deve oltrepassare la soglia dei 40 mila euro. Il valore di riferimento si calcola sulla base dei redditi percepiti e dei patrimoni posseduti nel secondo anno solare precedente la presentazione della Dichiarazione Unica Sostitutiva (DSU) necessaria per l’ottenimento dell’attestazione Isee. Nel merito quindi, per gli atti stipulati nel 2022, l’Isee è riferito a redditi e patrimoni del 2020, mentre chi vorrà acquistare nel 2023 presenterà l’Isee di riferimento del 2021.

    Bonus prima casa senza tasse? Quali spese sono da sostenere?

    I giovani under 36 anni possono beneficiare della garanzia di Stato pari all’80% della quota capitale del finanziamento tramite il fondo Consap, se in possesso di un Isee non superiore a 40mila euro.

    Oltre alle agevolazioni per l’accesso al mutuo, il decreto Sostegni bis azzera le tasse per i giovani che acquistano la prima casa: non si dovranno quindi pagare le imposte di registro, ipotecaria e catastale oltre all’imposta di bollo e i tributi catastali speciali ed è azzerata l’imposta sostitutiva (0,25% dell’importo erogato dalla banca).

    Nel caso in cui la vendita sia soggetta Iva (ad esempio nel caso in cui si acquisti da impresa costruttrice), è invece previsto un credito d’imposta di ammontare pari all’imposta corrisposta in sede di acquisto. In questo caso però restano a carico del richiedente, il bollo, le tasse ipotecarie e i tributi catastali per un totale di 320 euro.

    Quali sono le agevolazioni prima casa previste in caso di mutuo cointestato?

    Nel caso di acquisto cointestato, il bonus verrà calcolato pro-quota, in favore cioè dei soggetti acquirenti che presentano i requisiti richiesti.

    Nel caso in cui uno dei due acquirenti non fosse in possesso dei requisiti di età o Isee, nei confronti dell’acquirente senza requisiti si applicherà il minimo dell’imposta dovuto per legge, pari a 1.000 euro per l’imposta di registro, 50 euro per l’imposta ipotecaria e altri 50 per quella di registro: in sostanza per metà del valore imponibile si applica la tassazione prevista per gli under 36 e per metà la tassazione ordinaria.

    Se ti occorrono maggiori informazioni non esitare a contattarci per la tua consulenza gratuita!